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Francia: I Mercati Inquieti in Attesa del Voto di Sfiducia - Cosa Aspettarsi?

2024-12-04

Autore: Alessandra

Il futuro del governo francese è appeso a un filo e verrà deciso quando le borse europee saranno chiuse. Si prevede che la vera reazione del mercato emergerà giovedì mattina. In questi giorni di incertezza politica, gli investitori si sono posizionati, anticipando lo scenario più probabile: un voto di sfiducia e le conseguenti turbolenze politiche che ne deriveranno. Questo ha portato a una relativa calma sui mercati proprio nelle ore precedenti al voto.

Attualmente, il rendimento dei titoli di Stato francesi è stabile intorno al 2,9%, un livello simile a quello dei titoli greci, e significativamente superiore a quello dei bond spagnoli, sebbene sia sotto rispetto a quelli italiani. Allo stesso modo, lo spread, il differenziale di rendimento rispetto ai titoli tedeschi, è rimasto fermo a 84 punti, segnando il gap più ampio dal 2012. Nel frattempo, la borsa di Parigi sta mostrando un leggero rialzo, trainata in parte dai titoli finanziari.

Guy Miller, analista di Zurich Insurance, ha affermato a Bloomberg: "Gran parte del rischio è adeguatamente valutato nei prezzi. Fin quando non supereremo questo periodo, che potrebbe estendersi fino all'inizio del prossimo anno, i mercati rimarranno estremamente nervosi e il rischio è che gli spread aumentino invece di diminuire".

Se il governo dovesse cadere, alcuni investitori scommettono che lo spread potrebbe addirittura raggiungere i 100 punti. Ciò significherebbe un salasso per la Francia, che, nel rinnovare i titoli scaduti, potrebbe trovarsi a spendere 30 miliardi di euro in più all’anno in interessi sul debito entro 7-8 anni.

Sebbene non ci siano previsioni di insolvenza per la Francia, il dilemma è cosa potrebbe fare la Banca centrale europea (Bce) e Bruxelles in un ambiente di crisi più profonda. Con la Germania e l'Italia ancora alle prese con correzioni difficili del loro deficit per rientrare nel limite del 3% richiesto a livello europeo, è improbabile che accettino un intervento di sostegno per un paese che ha un deficit vicino al doppio di quella soglia, cercando di portarlo, nella migliore delle ipotesi, al 5%.

In aggiunta, la Bce, sotto la direzione di Christine Lagarde, potrebbe attivare il suo programma TPI (Transmission Protection Instrument) per sostenere i bond francesi, ma ci sono condizioni precise. Gli acquisti sul mercato secondario sono possibili solo in determinati scenari, dove ci sia un deterioramento delle condizioni di finanziamento non giustificato dai fondamentali del paese in questione. Tuttavia, la Francia non si trova in una situazione chiaramente compatibile con tali circostanze, e il sostegno della Bce sarebbe subordinato all’approvazione di un bilancio da parte del parlamento francese, conforme agli impegni di aggiustamento fiscale.

Questo rappresenterebbe un colpo assai imbarazzante per la Francia, seconda economia dell’Eurozona. In una metafora retrò, mentre la Francia si proclama il cocchiere della “carrozza Europa”, è la Germania a fungere da cavallo che traina il tutto. È interessante notare che qualora la Francia decidesse di adottare un piano di risanamento fiscale di ampio respiro, è probabile che non si verifichi alcuna crisi sui mercati, rendendo quindi superflua l'azione della Bce. Una situazione paradossale, ma che riflette la fragilità del contesto economico attuale.