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Ezio Tarantelli: 40 anni dopo l'assassinio da parte delle Brigate Rosse, il ricordo di Mattarella

2025-03-27

Autore: Giovanni

Il 27 marzo 1985, Ezio Tarantelli, un prominente economista, docente universitario e sindacalista della Cisl, venne assassinato a soli 44 anni in un attentato delle Brigate Rosse. Mentre usciva dal parcheggio della facoltà di Economia e commercio dell'Università La Sapienza, due aggressori lo avvicinarono e gli spararono a bruciapelo, colpendolo con una decina di proiettili. Tarantelli morì poco dopo il suo arrivo al Policlinico Umberto I.

Alla scena del crimine, la polizia trovò un documento di 70 pagine intitolato ''Risoluzione strategica delle BR'', che testimoniava la motivazione politica del gesto violento. Tarantelli, stimato per i suoi studi sull'economia del lavoro, era il direttore dell'Isel, un centro di ricerca del sindacato dedicato al mercato del lavoro. I suoi studi si concentravano su problematiche occupazionali e sul miglioramento delle condizioni lavorative. Nel 1984, le sue idee sul controllo dell’inflazione furono messe in pratica attraverso un accordo tra governo, Cisl e Uil, ma suscitarono divisioni all'interno del sindacalismo.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato Tarantelli nel giorno del 40° anniversario del suo assassinio, definendolo "martire del fanatismo ideologico". Mattarella ha sottolineato l’importanza del suo contributo alla giustizia sociale e allo sviluppo dell’occupazione, affermando che "l'agguato mortale fu concepito dai brigatisti a causa delle sue idee e del ruolo che svolgeva nel promuovere il confronto tra società e istituzioni. Ezio Tarantelli è divenuto un simbolo della democrazia italiana".

La figura di Tarantelli rimane viva nella memoria collettiva del Paese, non solo come economista, ma anche come esempio di impegno civile. In molte università italiane, il suo nome viene ricordato in convegni e corsi dedicati all'economia sociale, mentre le sue idee continuano ad influenzare le politiche del lavoro moderne. Molti lo considerano un precursore delle legislazioni attuali sul lavoro, che mirano a bilanciare diritti dei lavoratori e esigenze di mercato, rendendo ancora più significativa la sua eredità intellettuale.