Cairo: Liberazione e Rimpatri di Attivisti Italiani

Un importante sviluppo si è verificato al Cairo, dove 36 attivisti italiani pro-Palestina sono stati rilasciati dopo essere stati bloccati all’aeroporto. Altri 7 sono stati rimpatriati, mentre si preparavano a prendere parte alla "Global March to Gaza". La notizia è stata riportata da due studenti torinesi, Andrea Usala e Vittoria Antonioli Arduini, che hanno condiviso la loro esperienza. Andrea ha dichiarato: "Ci hanno detto che la marcia non è autorizzata, ma ora siamo liberi di muoverci al Cairo."

La Marcia Internazionale verso Gaza

Molti attivisti provenienti da oltre 40 paesi si sono già radunati per la marcia, prevista per questo venerdì. Secondo le fonti del movimento "Global March to Gaza Italia", si stima che circa 4.000 partecipanti abbiano prenotato voli verso la capitale egiziana. Il piano è di raggiungere El-Arish, una città della penisola del Sinai, da cui si intende proseguire a piedi verso il confine con Gaza. Qui, i manifestanti si accamperanno prima di rientrare al Cairo il 19 giugno.

Tensioni e Sicurezza: La Risposta di Israele

Israele ha intanto espresso preoccupazione per l'arrivo di attivisti, chiedendo alle autorità egiziane di fermare quelli che potrebbero essere considerati jihadisti al confine. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha avvertito che tali arrivi potrebbero compromettere la sicurezza delle forze israeliane.

Risposta Egiziana e Coordinamento dei Visti

In risposta a queste preoccupazioni, il ministero degli Esteri egiziano ha garantito che ogni delegazione straniera deve ottenere l’approvazione ufficiale per visitare il confine. Per monitorare l’arrivo degli attivisti, è stata creata una cellula di crisi all’aeroporto del Cairo, con il compito di verificare i visti e autorizzare l’ingresso solo ad alcuni. Nelle ultime ore, 73 attivisti di varie nazionalità sono stati imbarcati su un volo diretto a Istanbul per il rimpatrio.

Il Contesto della Global March to Gaza

La Global March to Gaza rappresenta non solo un momento di protesta, ma anche un forte simbolo di unità per coloro che lottano per i diritti dei palestinesi. Con la situazione nel Medio Oriente sempre tesa, questi attivisti cercano di lanciare un messaggio chiaro contro le ingiustizie e le restrizioni imposte a Gaza. Le loro azioni potrebbero avere un impatto significativo, richiamando l'attenzione internazionale sulla crisi palestinese.