Intrattenimento

Edoardo Franco: "Uscire da Masterchef non ti rende cuoco, i concorrenti con la puzza sotto il naso sono un problema. La mia carriera è in stallo"

2024-12-26

Autore: Giulia

Edoardo Franco, ex barman e rider, è il trionfatore della dodicesima edizione di Masterchef. Nonostante questo, ha rivelato in un'intervista a Fanpage di non aver mai lavorato in una cucina professionale. Grazie al suo approccio comico e a uno stile riconoscibile, ha continuato a apparire in televisione e sarà nel cast dell'Isola dei Famosi 2024. Se alcuni lo accusano di aver vinto solo per il suo personaggio, lui ribatte con sicurezza: "Ho sempre puntato sulle mie capacità. Anche se sei un personaggio, se prepari il piatto peggiore, vai a casa". Tuttavia, il suo percorso professionale si trova attualmente a un "punto morto". Per questo motivo, ha deciso di orientarsi verso lo studio: "I talent show creano meteore; ogni anno arriva qualcuno nuovo che ruba la scena. Molti concorrenti sono incapaci di ricevere critiche, sono esigenti e permalosi."

Dopo aver vinto Masterchef nel 2022, quali insegnamenti hai tratto da quest'esperienza?

Non ho mai desiderato diventare uno chef. Sono entrato nel programma per divertirmi e per vincere una sfida memorabile. Se desideri diventare un cuoco, invece, ti consiglio di seguire corsi di formazione e fare esperienza in ristoranti.

Non hai mai avuto l'intenzione di lavorare in cucina?

La mia ambizione è sempre stata quella di lavorare nel settore degli eventi o dei social media. Il panorama lavorativo è cambiato notevolmente rispetto ai tempi delle prime edizioni: ora si parla di creazione digitale e show cooking, mentre chi non è interessato a questo continua a cercare lavoro nei ristoranti, che loro considerano adeguati.

È vero che diversi ex concorrenti si lamentano della mancanza di opportunità lavorative nel settore?

La verità è che nessuno dovrebbe pretendere una chiamata solo per aver partecipato a Masterchef. Se desideri lavorare in un ristorante di un certo livello, prima di tutto devi formarti e poi inviare il curriculum.

Hai spesso ricevuto commenti in merito al tuo modo di essere, che a molti sembrava oscurare il tuo talento? È realmente così?

Il mio carattere si distingue, ma ho sempre investito sulle mie capacità. Mi sono sempre messo alla prova, anche con ingredienti che non conoscevo. Nelle prime puntate, ho spiegato questo concetto a chef Cannavacciuolo, dicendo che avrei cucinato e poi avrei ripreso a dire le mie battute.

A volte ti sei sentito sottovalutato?

Sì, ciò mi è accaduto. Spesso la gente commentava dicendo che avevo vinto solo perché ero un personaggio. Questo mi infastidiva, ma fortunatamente ero consapevole delle mie capacità culinarie.

Il tuo look è una scelta strategica legata al tuo personaggio? Ricordo che il tuo hairstyle è diventato distintivo durante Masterchef.

Avevo già quel taglio due anni prima di partecipare, ma Barbieri me lo ha rasato in seguito a una scommessa. Ho sempre amato sperimentare con il mio look, ma mi infastidisce quando la gente si aspetta che indossi sempre camicie floreali, solo perché lo facevo a Masterchef.

I giudici sono così severi come sembrano?

Hanno un approccio televisivo, ma li ho trovati molto umani. Chi partecipa a Masterchef è consapevole del tipo di personalità con cui deve confrontarsi. Io ho avuto un buon rapporto, specialmente con Giorgio Locatelli, che ha un carattere simile al mio.

Camminando in un contesto più permissivo, ti senti fortunato rispetto ai concorrenti delle prime edizioni?

Sì, all'epoca non c'era questa attenzione al politically correct. Oggi i concorrenti sono spesso permalosi e molti non sono pronti a ricevere critiche. Tuttavia, nel mondo della ristorazione, le critiche sono inevitabili e bisogna imparare a gestirle.

Dopo Masterchef, hai avuto esperienza in una cucina professionale?

No, non era quello che volevo. Ho iniziato come food content creator, ma sono attualmente in una fase stagnante della mia carriera. Perciò, ho deciso di iscrivermi a un corso all'Alma, l'Accademia di Gualtiero Marchesi. Saranno dieci mesi di intensa formazione, quella sarà la mia prima vera esperienza in un ristorante.

Sei preoccupato che i vincitori di Masterchef tendano a scomparire dopo poco? È per questo che scegli di andare all'Alma?

In un certo senso, sì. I talent show sono come meteore e ogni anno arriva qualcun altro a prendere il tuo posto. Ho così deciso di prendermi un anno per studiare e capire se la cucina possa davvero essere la mia vera vita.

E riguardo ai centomila euro vinti, cosa ne hai fatto?

Ho pagato le tasse, prima di tutto! Per la maggior parte li ho risparmiati, mentre una parte l'ho spesa per divertirmi. Non ho mai pianificato di investire in un ristorante, fino a quando non avrò accumulato l'esperienza necessaria.

In un'intervista a Le Iene hai menzionato che se aprissi un locale, proporresti pasta al pomodoro a non più di 12 euro. È un velato attacco alla cucina gourmet?

Sì, se vuoi guadagnare aprire una pizzeria ha più senso di un ristorante gourmet, per i margini di guadagno. Puntare su un approccio popolare mi permetterebbe di mantenere i bilanci in positivo e magari risparmiare.

Come si fa a vincere Masterchef? Qual è stato il tuo segreto?

Non puntavo a preparare il piatto migliore, ma a evitare di ombre le performance altrui. Questa tattica mi ha permesso di finire al Pressure Test solo una volta.

Hai dichiarato che non riesci a esprimerti sui social. Ma in televisione sembravi a tuo agio, come per la tua esperienza all'Isola dei Famosi 2024.

Davanti a una telecamera in un contesto televisivo non ho problemi. Allo stesso modo, in un cooking show di fronte a cento persone. Ma davanti a un iPhone mi blocco. Non so perché, è un comportamento inaspettato. Comunque, partecipare a L'Isola era un lavoro per me; sono stato contattato, non è stata una scelta che ho cercato.

Ti ha fatto avere la visibilità sperata?

In realtà, non mi ha cambiato molto. Anche i miei compagni di edizione hanno constatato che l'interesse sociale non è stato elevato e siamo stati la stagione meno seguita in assoluto.

Pensi che la partecipazione abbia influito negativamente sulla tua immagine?

Credo che ciò che può danneggiare l'immagine sia la convinzione di poterla orientare. Gli spettatori decidono come percepirti, a prescindere dalle tue intenzioni o azioni. Spesso si creano aspettative inadeguate. Dopo Masterchef, molti ritengono che i concorrenti diventino automaticamente chef, ma è un processo lungo.

Infine, molti hanno notato il tuo aumento di peso. Come gestisci queste critiche?

Non c'è un motivo specifico dietro il mio cambiamento di peso; semplicemente mangio e bevo di più. A Masterchef pesavo 73 kg, dopo le riprese dell'Isola sono arrivato a 81 kg e ora mi attesto sui 95 kg. La questione della body positivity è importante, ma credo sia fondamentale chiarire che l'eccesso di peso non fa bene alla salute. Quando ho partecipato all'Isola, ho notato subito di essere il più pesante del gruppo e mi ero preparato a ricevere commenti a riguardo. Se mai questa situazione diventerà un problema, mi metterò a dieta e inizierò un programma di allenamento.