
"Ecco il segreto della vera boxe che ho imparato in Messico!"
2025-03-25
Autore: Sofia
Ivan Zucco, il giovane pugile di Verbania, non solo è pronto a sfidare Callum Simpson per il titolo europeo dei supermedi il 7 giugno allo stadio Oakwell, ma ha anche appena completato un'importante esperienza di formazione in Messico che ha trasformato il suo approccio alla boxe. Insieme al suo compagno di scuderia Vincenzo La Femina, Zucco ha trascorso sei intensissime settimane in un'accademia di Jiquipilco, un piccolo paese situato a quasi tremila metri d'altitudine, dove ha affinato le sue abilità.
Perché il Messico? Un viaggio che cambia la vita
Zucco spiega che il suo obiettivo non era solo prepararsi fisicamente, ma anche immergersi nella cultura della boxe messicana, dove questo sport è considerato una vera e propria religione. "La boxe qui è diversa, è un'arte selvaggia. I pugili messicani sono noti per il loro coraggio e il loro stile di combattimento aggressivo", afferma Zucco.
Vivere l’esperienza: la routine di allenamento
Ogni mattina, con il sole che sorge, una ventina di atleti si radunava per correre nelle fresche e frizzanti albe del Messico. I 24 pugili, tra cui tantissimi locali e altri provenienti da Cuba, California e Costa Rica, erano divisi in tre gruppi. "Ogni mattina cercavo di essere il primo a tornare indietro, non volevo ammalarmi!", racconta con un sorriso. Durante l'allenamento, Zucco ha lavorato intensamente sulla sua difesa e sugli spostamenti, cercando di abbattere quella che considera una preparazione troppo 'dilettantistica'.
Incontro con i campioni
"Ho avuto la possibilità di fare sparring con pugili forti come William Zepeda Segura e Carlos Cuadras", racconta. Con un superwelter di 75 kg, Zucco ha dovuto adattare il suo stile per competere. Questo ha significato imparare a colpire più in basso e a lavorare con il corpo, piuttosto che cercare sempre il colpo alla testa. "Anche i grandi campioni come Canelo Alvarez lo fanno: colpiscono al corpo e poi puntano alla testa quando il momento è giusto", osserva.
La vita a Jiquipilco: tra passione e realtà
La palestra in cui si allenavano era un piccolo rifugio d'allenamento, priva di lussi, con attrezzature che risalivano agli anni '50. Ma per Zucco, questo non ha avuto importanza. "La passione e la disciplina sono ciò che realmente fanno la differenza. Qui non ci sono fronzoli, solo duro lavoro", afferma.
Tornare e condividere le lezioni apprese
Durante la sua permanenza, Zucco ha mantenuto costantemente il contatto con il padre Andrea, anche lui ex pugile. “Ogni giorno lo aggiornavo, nonostante la distanza”, racconta. Il suo obiettivo ora è portare le tecniche e la mentalità che ha appreso in Messico alla sua palestra in Italia.
Un futuro luminoso: i piani per il ritorno
E non ha intenzione di fermarsi qui! Zucco ha già in mente un secondo viaggio in Messico dopo il match contro Simpson. "Voglio esplorare anche altri stili, come quello cubano o quello americano", dice con entusiasmo.
"Questo viaggio mi ha aperto gli occhi su quanto ci sia ancora da imparare. Il Messico è solo l'inizio!"