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Draghi: «La Difesa dell'Ue è un Passaggio Obbligato, Necessario un Debito Comune»

2025-03-18

Autore: Giulia

8' di lettura

Un'Europa “che deve agire come un solo Stato”, partendo da tre fronti chiave: riduzione dei costi delle bollette, innovazione e difesa. Queste le parole di Mario Draghi durante il suo intervento in Parlamento, per la prima volta dopo le sue dimissioni da premier nel luglio 2022. In un'assemblea molto attesa, Draghi ha presentato il suo Rapporto sul futuro della competitività europea, commissionato dalla Commissione Europea e adottato dalla presidente Ursula von der Leyen.

Il suo discorso giunge in un momento critico, a sei mesi dalla presentazione del Rapporto, in un contesto internazionale profondamente mutato a causa dell'inasprimento delle relazioni geopolitiche, in particolare tra Stati Uniti, Russia e Cina. Si appresta anche a coincidere con le comunicazioni della premier Giorgia Meloni alle Camere, in vista del Consiglio europeo che si terrà giovedì, dove si discuterà del sostegno all'Ucraina e della strategia di difesa comune.

Una delle cifre più sorprendenti è che il piano ReArm Europe intende mobilitare 800 miliardi di euro per potenziare la capacità difensiva dell'Europa, una cifra che Draghi aveva già previsto necessaria per rilanciare la competitività del continente. È interessante notare che i settori industriali in crisi, come quello automobilistico, stanno iniziando a diversificarsi verso aree con alto potenziale di crescita, come la difesa e l’aerospazio.

Draghi ha sottolineato che la sicurezza dell'Europa è messa a rischio dal cambiamento della politica estera americana. “La nostra sicurezza è oggi in discussione, la Russia si è dimostrata una minaccia concreta all’Unione Europea con l'invasione dell'Ucraina”. Ha avvertito che le politiche protezionistiche degli Stati Uniti potrebbero avere un forte impatto sull'industria europea, con ritardi dell'Unione nel rafforzare la sicurezza comune.

Uno dei punti cruciali è il risparmio che ogni anno esce dall'Unione Europea, quantificato in 500 miliardi di euro nel solo 2024. Draghi ha evidenziato che l'alto costo dell'energia rappresenta uno dei principali freni alla competitività europea, esortando a “tagliare le bollette” per famiglie e aziende. In effetti, i prezzi del gas naturale e dell'elettricità sono aumentati drasticamente, con l'Italia che registra costi superiori in modo significativo rispetto ad altri Paesi europei.

Inoltre, la tassazione italiana è tra le più elevate dell'Unione, aggravando la situazione per i consumatori e per le aziende italiane. Per affrontare questo, Draghi ha raccomandato una maggiore cooperazione per esercitare il potere d'acquisto nel mercato del gas e una comunicazione più chiara nei mercati energetici per evitare crisi.

Un altro tema chiave affrontato da Draghi è quello delle energie rinnovabili. Ha espresso che i cittadini sono stanchi di aspettare i benefici e che l'implementazione delle tecnologie verdi deve essere accelerata. La necessità di disaccoppiare i prezzi delle energie rinnovabili da quelli del combustibile fossile è diventata urgente per garantire un'adeguata transizione energetica.

Sull'innovazione, Draghi ha lanciato l’allerta: l’Europa sta perdendo terreno e per recuperare dovrà creare un mercato unico per l'industria dell'intelligenza artificiale. La creazione di un vero mercato unico europeo è fondamentale per rilanciare l'innovazione e garantire la competitività globale.

Infine, sulla questione della difesa comune, ha esortato a costruire una catena di comando europea che coordini le forze armate nazionali, favorendo sinergie industriali e limitando il procurement a poche piattaforme strategiche. Questo per evitare che gli investimenti vengano spesi in modo dispersivo, accentuando la dipendenza dagli Stati Uniti.

Draghi ha insistito che l'Europa deve adottare una strategia unificata per affrontare le sfide future, tra cui cyber sicurezza e tecnologia. Ha concluso dichiarando che il ricorso al debito comune è l'unica via possibile per permettere all’Europa di crescere senza compromettere i servizi sociali e sanitari, segnando così la necessità di una maggiore coesione e solidarietà tra gli Stati membri.

In sintesi, l'appello finale di Draghi è chiaro: “L'Europa deve agire come un solo Stato”, adottando decisioni centralizzate o coordinamenti efficaci tra i Paesi, per costruire una Unione Europea forte e coesa.