Salute

Disperazione in ospedale: paziente costretta a cercare aiuto al bar dopo lunghissime attese

2025-04-08

Autore: Luca

URBINO – "Lei è un dottore? Può aiutarmi a capire gli esiti di questi esami?". Questa domanda, piena di angoscia e disperazione, risuona nel bar dell'ospedale di Urbino. Una signora di oltre 60 anni, dopo aver ricevuto l'esito delle sue analisi, ha cercato aiuto fuori dagli schemi dopo un'attesa insostenibile: il suo medico di famiglia le ha comunicato che avrebbe potuto visitarla solo dopo 17 giorni. Di fronte a una possibile urgenza, le è stato consigliato di andare al pronto soccorso.

Ma il pronto soccorso di Urbino è notoriamente congestionato, con pazienti in attesa di ore e ore per ricevere assistenza. In questo contesto, la signora ha tentato un approccio non convenzionale, sperando di incontrare qualche medico disponibile mentre si concedeva un caffè. "Volevo sapere se dovevo cambiare terapia, non potevo aspettare 17 giorni! – ha spiegato – È inaccettabile che anche i medici di base siano così introvabili. E andare al pronto soccorso è un'avventura che può durare un'eternità se non si ha un'urgenza vitale".

Recentemente, anche a Pescara un episodio analogo ha avuto seguito, con un paziente che, dopo un malore, ha aggredito un infermiere. Questi eventi sottolineano la tensione crescente nel sistema sanitario.

A Urbino, attualmente risultano attivi 10 medici di famiglia, ma solo 5 hanno la possibilità di accogliere nuovi pazienti. La situazione è paragonabile a quella di Fermignano, dove dei 6 medici di base, soltanto uno è disponibile senza restrizioni.

Un altro triste episodio si è verificato sabato scorso presso uno studio a Vallefoglia, dove si è sfiorata una rissa tra pazienti in attesa. La sala d'attesa era così affollata che le persone stavano lottando per entrare, e le urla per ottenere un accesso "prioritario" ai medici sono state all'ordine del giorno. Dopo momenti di tensione, la calma è tornata, ma solo temporaneamente, mentre i pazienti continuavano ad aspettare con pazienza.

La gestione della sanità locale è complicata dalla mancanza di medici disponibili, in parte dovuta ai pensionamenti. I nuovi medici spesso ricevono contratti brevi e ciò rende il loro inserimento nella comunità piuttosto difficile. A Tavullia, per cercare di migliorare la situazione, il Comune ha recentemente deciso di mettere a disposizione spazi per accogliere due nuovi medici, contribuendo anche ai costi di affitto. Questa è solo una delle iniziative che potrebbero essere necessarie per affrontare il grave problema della carenza di personale sanitario nella regione.