Disastro Ambientale in Russia: Volontari Mobilitati per Affrontare la Crisi
2025-01-27
Autore: Marco
Da oltre un mese, la Russia sta affrontando un grave disastro ambientale nella regione di Krasnodar, sulle coste affacciate al Mar Nero. Migliaia di volontari, vestiti con tute bianche di protezione, si sono mobilitati per rimuovere sabbia contaminata dal carburante che in questi giorni ha invaso le spiagge. Questo carburante proviene da due petroliere danneggiate da una tempesta, che hanno riversato in mare oltre 9.200 tonnellate di carburante di bassa qualità, noto come M100.
L'incidente è avvenuto il 15 dicembre mentre le petroliere stavano attraversando lo stretto di Kerch, una zona strategica tra Russia e Crimea, e ha colto di sorpresa le autorità locali, che hanno dichiarato lo stato d'emergenza solo 11 giorni dopo. Il presidente Vladimir Putin ha definito l'evento un "disastro ecologico" e esperti come Viktor Danilov-Danilyan hanno messo in guardia sulla gravità della situazione, paragonandola ad altri gravi eventi ambientali recenti.
Le due navi coinvolte, costruite tra il 1969 e il 1973, appartengono a una generazione di petroliere obsolete, attirando le critiche delle associazioni ambientaliste e del governo ucraino, che le considerano parte della "flotta fantasma" russa, un insieme di navi utilizzate per aggirare le sanzioni internazionali. Le autorità russe, però, difendono la loro legittimità.
Nonostante gli interventi iniziali lenti e inefficaci, Greenpeace ha stimato che la fuoriuscita di carburante ha già contaminato un'area di circa 400 chilometri quadrati. I danni non si limitano solo all'ecosistema marino: migliaia di uccelli sono stati colpiti, molti dei quali sono già morti o in gravi condizioni. In un incidente simile nel 2007, persero la vita tra i 12.000 e i 13.000 uccelli.
La situazione si aggrava con le segnalazioni di mammiferi marini morti, con 34 cetacei trovati sulle coste della Crimea, evidenziando l’impatto ecologico di questo disastro. Le operazioni di pulizia, avviate solo recentemente, hanno iniziato a coinvolgere 10.000 volontari per salvaguardare le spiagge e la fauna locale, anche se mancano dispositivi di protezione adeguati.
Il governo russo ha promesso di investire 14,6 miliardi di euro per la bonifica, ma rimane da vedere se queste misure saranno tempestive ed efficaci nel fermare una crisi già devastante. Molti continuano a chiedere un maggiore coinvolgimento delle autorità e una risposta più rapida per proteggere l'ambiente e la vita marina. Questo incidente non solo mette in evidenza le fragilità della nostra politica ambientale, ma richiede anche un’immediata attenzione e mobilitazione sia locale che globale per garantire la salvaguardia dei nostri oceani.