
Ddl Fine Vita: L'Inaspettata Stretta che Negà il Diritto a Morire
2025-09-11
Autore: Maria
Ddl Fine Vita: Il Senato Ritorna a Discutere
Oggi, 11 settembre, il Senato ha ripreso la discussione sul tanto dibattuto disegno di legge sul fine vita, dopo mesi di inattività in commissione. Con i senatori Pierantonio Zanettin e Ignazio Zullo in prima linea, sono stati presentati sette nuovi emendamenti che stravolgono ulteriormente la proposta, allontanando la possibilità di includere il suicidio assistito tra le prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale.
Suicidio Assistito: Costi a Carico del Paziente
Tra le novità più sconcertanti, l'articolo 4-bis stabilisce chiaramente che "il personale, le strumentazioni e i farmaci del Servizio Sanitario Nazionale non possono essere usati per facilitare il suicidio assistito". In altre parole, chi decide di intraprendere questo cammino dovrà farlo totalmente a proprie spese, con costi che possono superare i 5.000 euro solo per la strumentazione necessaria.
Sparisce il Comitato Nazionale di Valutazione
Un'altra modifica significativa è l'eliminazione del Comitato Nazionale di Valutazione, sostituito dal Centro di Coordinamento Nazionale, che avrà il compito di esaminare le richieste di suicidio assistito. Questo cambiamento introduce una dimensione più locale, permettendo ai comitati etici territoriali di partecipare alla decisione.
Esperti e Lungo Iter di Attesa
Il nuovo schema prevede anche che il Centro di Coordinamento sia affiancato da un team di esperti, tra cui giuristi e medici specializzati. Tuttavia, i tempi di attesa per ottenere una risposta sul suicidio assistito si allungano fino a 150 giorni, generando ulteriori preoccupazioni per i richiedenti.
Chiarimenti e Scontri nel Parlamento
L'articolo 1, infine, recita che "nessuna legge riconosce il diritto a ricevere aiuto per morire", un’affermazione che ha sollevato i sostenitori della vita e ha chiuso le porte a richieste di perdono da parte di chi soffre.
Le Voci di Chi Prega per Cambiamenti
Le toccanti testimonianza di donne come Laura Santi e Martina Oppelli, che hanno chiesto al Parlamento di riconsiderare il progetto di legge, evidenziano il dramma umano di queste scelte. Laura Santi aveva implorato un approccio più compassionevole nel suo videomessaggio, chiedendo di respingere un disegno di legge che considera infausto.
Il Futuro della Legge sul Fine Vita
Con il termine per eventuali subemendamenti fissato per il 23 settembre, c'è ancora una speranza che possano emergere modifiche significative in questa controversa legislazione. Resta da vedere se la pressione pubblica e i diritti umani avranno un impatto su questo difficile dibattito.