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Dazi: Chi è in fila per parlare con Trump?

2025-04-05

Autore: Giovanni

"Vinceremo". Donald Trump è convinto che i dazi porteranno gli Stati Uniti a una straordinaria "rivoluzione economica". Le tariffe iniziali del 10% sono già entrate in vigore, mentre il 9 aprile ci si aspetta un aumento, inclusi i dazi al 20% applicati all'Unione Europea e all'Italia. Mentre la Cina ha risposto con dazi del 34% contro Washington, cresce l'idea di negoziati con la Casa Bianca da parte di più nazioni.

Cina-Usa: uno scontro inevitabile

La Cina ha adottato una linea dura, denunciando la "ingiusta" guerra commerciale che sta causando il crollo dei mercati internazionali. Guo Jiakun, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha pubblicato grafici sui principali indici borsistici come S&P 500 e Nasdaq, sottolineando il messaggio: "Il mercato ha parlato. Gli Stati Uniti hanno avviato una guerra commerciale ingiustificata e non provocata. Devono smettere di sbagliare e risolvere le divergenze attraverso il dialogo".

Trump, intanto, sembra intenzionato a utilizzare la leva dei dazi anche sul caso TikTok: l'app cinese è temporaneamente al sicuro grazie a un rinvio di 75 giorni, dando tempo per raggiungere un accordo su un eventuale trasferimento del controllo a imprenditori americani.

Colloqui tra Londra e Washington

Il Washington Post ha rivelato che il governo britannico, under premier Keir Starmer, sarebbe pronto a fare concessionari significativi per negoziare con Trump. Londra ha fiducia nel raggiungimento di un accordo commerciale che possa ridurre o eliminare i dazi nel breve termine. Questa mossa potrebbe anche influenzare la situazione francese, poiché Starmer e il presidente Macron intendono collaborare per negoziare meglio con Trump.

Movimenti dal Giappone

Il primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, ha programmato colloqui con Trump per la prossima settimana. Anche Singapore, attraverso il primo ministro Lawrence Wong, ha dichiarato di non intentare dazi reciproci, ma ha messo in guardia su altre nazioni che potrebbero non seguire il medesimo approccio, avvertendo che le probabilità di una guerra commerciale globale aumentano.

L'Asia è stata fortemente colpita dalle politiche di Trump. La Cambogia, con dazi del 49%, ha mostrato segnali di apertura, chiedendo discussioni dirette per ridurre le tariffe e migliorare le relazioni bilaterali.

D'altra parte, Trump, nonostante i toni incendiari sui social, ha espresso apertura a negoziati, accolto positivamente i segnali del Vietnam, uno dei paesi più penalizzati dagli effetti delle tariffe americane, pronto ad avviare discussioni con la Casa Bianca.

In un contesto di crescenti tensioni economiche, resta da vedere se le nazioni coinvolte riusciranno a trovare un terreno comune e a negoziare accordi che possano attenuare i dazi e riportare stabilità ai mercati.