Finanze

Crescita Globale: L'OCSE Rinnova le Stime, ma l'Italia Resta Stagnante

2025-09-23

Autore: Sofia

L'OCSE Alza le Previsioni Globali per il 2025

Il futuro economico globale si presenta con una nota di ottimismo: l'OCSE ha aumentato le sue stime di crescita per il 2025, portandole sopra il 3%. Il rapporto pubblicato il 23 settembre indica un incremento del PIL per quest'anno del 3.2%, con un miglioramento rispetto alle previsioni di giugno. Tuttavia, per il prossimo biennio, la crescita potrebbe affrontare un rallentamento, attestandosi al 2.9% nel 2026.

Italia: Una Crescita Stabilmente Debole

Una nota deludente arriva dall'Italia, la cui crescita è prevista allo 0.6% sia nel 2025 che nel 2026, una lieve diminuzione rispetto all'0.7% del 2024. Questo scenario, già fragile, mette in evidenza i possibili rischi di una nuova impennata dell'inflazione, in particolare sui beni alimentari, una preoccupazione crescente.

Stati Uniti: Dazi e Inflazione Mettendo alla Prova l'Economia

Negli Stati Uniti, l'OCSE rivede le stime di crescita al rialzo per il 2025, ora fissate all'1.8%, un incremento rispetto alle previsioni di giugno, ma pur sempre in forte calo rispetto al 2.8% del 2024. Si prevede che il prossimo anno il PIL subisca un ulteriore rallentamento, scendendo all'1.5%.

L'Impatto dei Dazi e dell'Incertezza Economica

Secondo l'OCSE, i dazi imposti dall'ex presidente Trump continuano a influenzare negativamente l'economia, insieme a un clima di incertezza, restrizioni all'immigrazione e riduzione della forza lavoro. Tuttavia, gli investimenti nelle tecnologie avanzate, come l'intelligenza artificiale, offrono una tenue speranza di recupero.

Previsioni di Inflazione Incerte

L'OCSE avverte che i dazi porteranno a un aumento dell'inflazione, poiché i costi doganali si rifletteranno in modo crescente sui prezzi finali. Si prevede che l'inflazione rimarrà al 2.7% nel 2025, con un ribasso rispetto alle stime di giugno, per poi salire al 3% nel 2026. Questo scenario avrà conseguenze dirette sull'attività economica, con segnali di abbassamento dei consumi sia negli Stati Uniti che in Eurozona e Cina.