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Corte Europea dei Diritti dell'Uomo condanna la Commissione Antimafia: Scandalo in atto!

2024-12-19

Autore: Maria

Oggi la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha emesso una sentenza storica, infliggendo una condanna all'Italia in merito alla controversa perquisizione della sede del Grande Oriente d'Italia (GOI) e al sequestro illecito di 39 faldoni contenenti schede di iscrizione dei membri delle logge nelle regioni Sicilia e Calabria.

I Retroscena del Sequestro

La vicenda affonda le radici a marzo 2017, quando la Commissione Antimafia, allora guidata da Rosy Bindi (PD), ordinò il sequestro degli elenchi di 6000 iscritti siciliani e calabresi del GOI. L'organizzazione massonica si oppose a tali richieste, sostenendo che non c'era nessun indagato tra i suoi membri e che la richiesta violava le norme sulla protezione dei dati personali.

Bindi, perentoria, ordinò quindi una perquisizione completa della sede del GOI a Roma, che durò 14 ore, nonostante la loggia avesse consegnato, subito dopo l'arrivo dei militari, gli elenchi richiesti. Ma non fu solo la sede a subire controlli intensivi; anche gli appartamenti privati dei membri furono ispezionati, e persino il capanno degli attrezzi nel giardino del Gran Maestro non fu risparmiato.

Un Gioco di Potere?

Il sequestro, che abbracciava un periodo di ben 27 anni, non faceva riferimento a un singolo iscritto coinvolto in fatti di mafia nei 500 documenti redatti dalla Commissione. Di fronte a tale situazione, il Grande Oriente, assistito dall'avvocato Vincenzo Zeno-Zencovich, presentò un ricorso alla Corte di Strasburgo, evidenziando l’intimidazione della perquisizione e l'assenza di rimedi interni. La situazione si complica ulteriormente con la difesa della Commissione Antimafia, che sostiene un'immunità totale, ma che ha complicato ulteriormente le cose per il GOI.

La Sentenza: Un Colpo al Cuore dell'Italia

Nella sentenza di oggi, la Corte ha chiarito che la perquisizione e il sequestro rappresentavano una palese violazione dell'articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, che tutela la privacy e il domicilio. La Corte ha anche evidenziato l’assoluta mancanza di controlli preventivi e di giustificazioni solide alla base dell’operato della Commissione. L’ordine dato era così generico da non fornire alcuna garanzia di protezione contro possibili abusi di potere.

La Reazione del Grande Oriente

Stefano Bisi, Gran Maestro del GOI, ha commentato con emozione la decisione della Corte: "Il Grande Oriente d'Italia rinnova il Suo profondo senso di appartenenza alla Repubblica Italiana. Questa sentenza rappresenta un passo importante nella storia per preservare i principi democratici e di giustizia nel nostro Paese. Non possiamo gioire per la condanna dell'Italia, ma dobbiamo trarre insegnamenti per il futuro. Continueremo la nostra battaglia per la restituzione di Palazzo Giustiniani, certi che la verità alla fine prevarrà".

Un'Occasione per Riflessioni più Ampie

Questa decisione non segna solo un capitolo chiuso per il GOI, ma solleva interrogativi cruciali sul bilanciamento dei poteri in Italia e sulla protezione dei diritti fondamentali di ogni cittadino. Potrebbe essere l'inizio di una nuova era per la società italiana, che finalmente potrebbe vedere il trionfo della giustizia e della legalità sopra gli abusi di potere.