Tecnologia

Colonnine elettriche, un disastro annunciato: oltre 500 milioni a rischio!

2025-01-22

Autore: Sofia

L'Italia sta affrontando una sfida cruciale nella transizione verso la mobilità sostenibile: la creazione di una rete di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato ingenti risorse a questo obiettivo, ma la situazione si sta rivelando ben più complessa del previsto, con il rischio concreto che oltre 500 milioni di euro possano andare persi. È opportuno che il Governo prenda misure immediate per impedire che questi fondi tornino a Bruxelles.

Un inizio titubante

Il PNRR prevedeva l’installazione di 18.000 colonnine di ricarica in tutta Italia, essenziali per incentivare l’adozione di veicoli elettrici e contribuire a ridurre le emissioni di CO2. Tuttavia, i primi bandi di gara hanno visto un clamoroso insuccesso: al momento sono state installate solo 3.800 infrastrutture, evidenziando un preoccupante divario tra aspettative e realtà.

Diversi fattori hanno giocato un ruolo chiave in questo fallimento. I requisiti severi dei bandi iniziali hanno scoraggiato molti operatori. La complessità delle procedure e le stringenti specifiche tecniche hanno reso la partecipazione poco allettante, soprattutto per piccole e medie imprese. Inoltre, la domanda di infrastrutture di ricarica è risultata variabile su scala nazionale. Mentre Regioni come Lombardia e Alto Adige hanno visto un crescente interesse, il Sud Italia, meno sviluppato nella transizione elettrica, è rimasto indietro, aggravando la disparità territoriale.

Cambiamento di rotta per il PNRR

Nel 2024, il Governo ha cercato di rimediare a questa situazione lanciando due nuovi bandi con condizioni più flessibili. L'intento era di semplificare le procedure e attrarre un numero maggiore di operatori, in particolare nelle aree meno sviluppate. Sebbene ciò abbia portato a un incremento delle offerte, le Regioni più avanzate nella transizione elettrica hanno continuato a monopolizzare gli investimenti, mentre il Sud rimane una regione a forte rischio di esclusione.

Anche per i progetti già approvati, il cammino verso la loro realizzazione rimane lungo e incerto. Gli operatori devono non solo costruire le colonnine, ma anche attivarle entro il 2025, come richiesto dal PNRR. Questa scadenza serrata, unita alla necessità di coordinarsi con la rete elettrica nazionale, potrebbe generare ulteriori ritardi e difficoltà. Il timore è che molte delle somme stanziate non vengano spese efficacemente, vanificando gli sforzi per accelerare la transizione verso una mobilità elettrica sostenibile.

Azioni immediatamente necessarie

È fondamentale che il Governo italiano consideri misure urgenti e strategiche: aumentare il finanziamento per il Sud, semplificare ulteriormente la burocrazia e garantire incentivi per le piccole imprese. Solo così potrà esserci una vera e propria svolta verso un'Italia più verde, capace di attrarre investimenti e tecnologie necessarie per la sfida della mobilità sostenibile.