
Chimica, il 2025: un anno cruciale per l'Italia dopo la svolta di Versalis
2025-04-08
Autore: Giovanni
Il 2025 si preannuncia come un anno decisivo per l'industria chimica europea, con particolare attenzione all'Italia, che si trova di fronte a una scelta fondamentale: la decisione del governo Meloni e di Eni di chiudere la produzione chimica di base della controllata Versalis nei siti siciliani di Priolo e Ragusa, oltre che a Brindisi in Puglia.
La chimica italiana affronta sfide cruciali in un contesto di crisi strutturale. Secondo un report di Federchimica, l'industria chimica in Italia è la terza in Europa per valore aggiunto, contribuendo al PIL nazionale con ben 67 miliardi di euro. Questo, tuttavia, avviene nonostante un lungo periodo di declino per il settore, evidenziato da una riduzione della quota di produzione chimica europea dal 28% al 13% in vent'anni, un dato allarmante che segna il deterioramento della competività del mercato locale.
La decisione di Versalis di ridurre la sua produzione di chimica di base tramite il processo di cracking non è solo un riflesso delle difficoltà del settore, ma anche delle trasformazioni necessarie per affrontare un contesto sempre più competitivo. Mentre da un lato il settore perde componenti cruciali per produzioni strategiche, dall'altro Eni deve far fronte a perdite ingenti che, negli ultimi 15 anni, hanno superato i 7 miliardi di euro.
Il piano industriale 2025-2029 di Versalis è una risposta a questa crisi, mirando a una drastica riconversione e a una diminuzione dell'esposizione alla chimica di base. Adriano Alfani, amministratore delegato di Versalis, ha indicato che la perdita di competitività è stata erosa da fattori come i costi elevati delle materie prime e dell'energia, la dimensione ridotta degli impianti rispetto a quelli dei giganti internazionali e una normativa europea particolarmente severa.
In questo clima critico, la questione cruciale è se sia più vantaggioso tutelare la produzione strategica o risanare i conti economici. La risposta, purtroppo per molti, potrebbe rivelarsi una trappola ideologica. Eni ha optato per l'inevitabilità di una trasformazione del business, puntando su settori più promettenti come le bioplastiche e l'economia circolare.
In aggiunta, il panorama della chimica italiana si presenta contraddittorio. Recentemente, la vendita della divisione chimica del gruppo Radici al fondo americano Lone Star evidenzia le difficoltà che le aziende del settore stanno affrontando nel mantenere la competitività degli investimenti necessari. Tuttavia, realtà come Mapei nel settore dei materiali per l'edilizia e Siad e Sapio nel mercato dei gas industriali continuano a prosperare, dimostrando che esistono opportunità anche in un contesto di sfide.