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'Cecilia Sia Forte, L'Italia Deve Trattare: La Drammatica Storia di Evin e il Potere dello Scambio di Prigionieri'

2024-12-30

Autore: Alessandra

'L'Italia non ha alternative: non può estradare Abedini e deve trovare un accordo con l'Iran per il rilascio di Cecilia. Questo è il passo più sensato da compiere in questa difficile situazione. Cecilia ha bisogno di resistere e di essere forte.' Queste sono le parole di Kylie Moore Gilbert, la giurista australiana che ha vissuto un incubo in Iran dal settembre 2018 al novembre 2020, imprigionata con l'accusa di spionaggio. Anche lei ha vissuto l'orrore della prigione di Evin, dove si trova attualmente Cecilia Sala, e ha condiviso la sua esperienza con l'ANSA.

Kylie racconta di come è stata liberata dopo il rilascio di tre cittadini iraniani da parte della Thailandia, avvenuto in un contesto di scambio di prigionieri. "Nel mio caso, questo scambio è stato l'unico modo per tornare a casa, e la stessa logica si applica al caso di Cecilia e ad altri come Johann Floderus e Olivier Vandecasteele. L'Iran cerca prigionieri di determinate nazionalità perché più utili per fare pressione e ottenere ciò che desiderano. Questa strategia non è nuova e mina le basi della diplomazia occidentale."

Kylie ammette che, sebbene l'obiettivo primario sia salvare Cecilia, accettare le richieste iraniane rischia di rafforzare un regime già autoritario. "Cedere alle pressioni significa premiare queste azioni, alimentando una dinamica di ostaggi che l'Occidente dovrebbe combattere. È fondamentale non dimenticare che ogni scambio di prigionieri può far crescere la legittimità del regime iraniano sul piano internazionale," afferma.

Riflettendo sulla sua esperienza, Kylie condivide il terrore e la desolazione che ha vissuto a Evin. "Entrai bendata e fu un'esperienza devastante. All'arrivo, la confusione era totale: non capivo ciò che mi stava succedendo, né la lingua, e fui scossa dall'intensità della situazione. Evin è una prigione terribile, un luogo dove il controllo e la paura regnano sovrani. La costante domanda era: 'Cosa faranno di me? Mi condanneranno a morte?‘".

Kylie sa bene che l'unico modo per affrontare un simile inferno è mantenere la determinazione: "Se vuoi sopravvivere, devi scegliere di resistere. Ciò che ho imparato è che, in situazioni brutalmente psicologiche, non hai molte opzioni, ma è fondamentale mantenere la tua sanità mentale, vivere il presente e accettare la routine della prigione. L'importante è non cedere mai alla disperazione e non fare confessioni false, poiché ciò darebbe solo potere ai tuoi carcerieri."

Per Cecilia, Kylie ha un messaggio chiaro: "Deve sapere che non è sola. L'Italia sta lavorando per il suo rilascio. La sua forza interiore potrebbe sorprendere anche lei stessa. Sebbene Evin sia un inferno, ci si può anche rafforzare in una situazione così traumatica. Chi affronta tali esperienze emerge con una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e limiti."

Concludendo, Kylie osserva che Evin e altri luoghi simili possono essere un campo di battaglia per la resilienza: "I prigionieri possono scegliere di non lasciare che la situazione li sconfigga. La forza nasce nelle avversità, e ogni giorno può portare una nuova possibilità di resistenza e speranza."