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Cecilia Sala racconta la sua terribile esperienza in Iran: "Interrogatori estenuanti in isolamento"

2025-01-19

Autore: Maria

Cecilia Sala e la sua esperienza in Iran

Cecilia Sala, giornalista italiana, ha condiviso la sua drammatica esperienza durante i 21 giorni di detenzione nel carcere di massima sicurezza di Evin, a Teheran. Intervenuta nel programma di Fabio Fazio, "Che tempo che fa", ha narrato momenti strazianti della sua prigionia, iniziata il 12 dicembre scorso. "Il giorno prima di essere liberata, mi hanno interrogata per dieci ore. Gli interrogatori si potevano prolungare quotidianamente, per i primi quindici giorni", ha affermato la Sala, raccontando di essere stata incappucciata e costretta a voltare la faccia al muro.

Un interrogatore, mascherato e ben preparato, usava strategie di intimidazione e manipolazione psicologica. "In un interrogatorio sono crollata, mi hanno dato una pasticca per calmarmi… L'isolamento non consiste solo nella cella, ma è anche il farti sentire completamente solo", ha spiegato la Sala. "In alcuni momenti, mentre mi interrogavano, riuscivano a farci sentire rilassati, anche tramite dettagli banali, come chiedere se preferivo la pizza romana o napoletana. Questo nel tentativo di abbattere le barriere emotive."

Durante la prigionia, Cecilia viveva in una cella 2x3 metri, senza alcun contatto umano significativo fino agli ultimi giorni, quando le vennero dati alcuni oggetti per distrarsi. "Ho chiesto il Corano in inglese, pensando che non potessero negarmelo. Il mio tempo era consumato contando le dita, leggendo le etichette del pane o ripassando le tabelline."

Nonostante il trauma, Cecilia ha riferito di essere stata fortunata a essere liberata dopo soli 21 giorni, riconoscendo comunque la difficoltà del recupero psicologico. "In quei momenti di solitudine, la mente può deteriorarsi facilmente, ed è appartenuta anche a me questa sensazione. Ma ho avuto alcuni picchi di euforia che mi hanno aiutata a sopravvivere."

Una delle esperienze più devastanti è stata l'ignoranza su quanto accadeva nel mondo esterno. "Sapevo poco di ciò che stava succedendo là fuori, mentre la mia famiglia stava cercando informazioni su di me. Quando finalmente ho potuto fare una chiamata, ero limitata a dire solo di non essere stata ferita. Le telefonate a Daniele, il mio compagno, ci hanno permesso di scambiarci informazioni in un linguaggio in codice, proteggendoci così da un'ulteriore sorveglianza."

Cecilia ha anche parlato delle terribili condizioni che doveva affrontare: "Non ho subito torture fisiche. Gli uomini non possono neanche sfiorare le donne, ma ero comunque spaventata dalle condizioni psicologiche."

La sua liberazione è avvenuta quando le sono state comunicate l'ultima notizia dall'esterno: la morte dell'ex presidente americano Jimmy Carter. "Ho capito che ero diventata un'ostaggio in una trattativa più grande. Carter è stato il presidente durante la crisi degli ostaggi negli anni '80."

Una volta liberata, la sorpresa fu enorme. "Quando mi hanno detto 'sei libera', inizialmente non ci credevo. Pensavo mi stessero portando in un altro luogo di detenzione. Quando finalmente mi hanno tolto la benda e ho visto il primo volto italiano, ho sorriso come non mai."

Nonostante le voci che circolavano sul ruolo di Elon Musk nella sua liberazione, Cecilia ha chiarito che non ci sono stati contatti diretti tra la sua famiglia e Musk. "La mia vita riprenderà, ma non tornerò in Iran finché ci sarà la Repubblica Islamica." La storia di Cecilia Sala è stata una testimonianza toccante del coraggio e della resilienza di chi affronta esperienze inenarrabili nel nome della libertà di stampa.