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C’è una logica nella follia di Trump? La dottrina Donroe spiegata

2025-01-13

Autore: Giovanni

La "dottrina Donroe" (Donald+Monroe) è un termine coniato dal New York Post, un tabloid di destra che sostiene il 47esimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Questo neologismo rappresenta il tentativo di giustificare le sue recenti affermazioni in politica estera, come il desiderio di controllare o addirittura annettere la Groenlandia e Panama, e il trattamento del Canada come se fosse il 51esimo stato americano.

Ma c'è una logica dietro queste affermazioni? Qualcosa che possa essere considerato il fondamento di una nuova dottrina geopolitica?

Trump ha sempre dimostrato di seguire il suo istinto piuttosto che basarsi su analisi dettagliate. Sebbene non sia un teorico, è interessante notare che molte delle sue posizioni sembrano riflettere una sorta di reazione a proposte e idee altrui.

Negli ultimi mesi, Trump ha apparentemente abbandonato l'isolazionismo del suo primo mandato (gennaio 2017-gennaio 2021). In quel periodo, sembrava pronto a chiudere le guerre in corso, come quella in Afghanistan, e a voltare le spalle agli alleati. Oggi, al contrario, sta rivendicando una sfera d'influenza che si estende lungo le Americhe, ampliandosi fino al Polo Nord.

La connessione con la Dottrina Monroe, che risale al 1823 e affermava il dominio degli Stati Uniti nelle Americhe per proteggere i nostri interessi dall'interferenza europea, è chiara. In quel periodo, questa dottrina rappresentava una posizione progressista, sostenendo i movimenti di indipendenza dell'America Latina e promettendo di combattere il ritorno delle potenze coloniali.

Tuttavia, nel tempo, la Dottrina Monroe è stata reinterpretata come una giustificazione per l'espansione dell'influenza americana e per le interferenze negli affari di altri stati. Gli interventi recenti di Trump sull’argomento Groenlandia e Panama sembrano seguire una logica simile.

Quando Trump parla della Groenlandia, alimenta una questione reale: la crescente presenza militare della Russia e della Cina in quell'area può rappresentare una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti. La Danimarca, in un certo senso, ha trascurato il suo dovere nei confronti della Groenlandia mentre Trump cercava di porre l'accento sulla difesa degli interessi americani nella regione.

Anche sulla questione di Panama, Trump sottolinea il pericolo rappresentato dalla Cina che gestisce infrastrutture cruciali, mentre il dibattito sulla tariffe di transito nel Canale di Panama è una questione di sicurezza nazionale. Anche se Trump può esagerare o travisare la situazione, c'è un nocciolo di verità nelle sue affermazioni.

Secondo i sostenitori di una nuova interpretazione della Dottrina Monroe, gli Stati Uniti non dovrebbero limitarsi a essere spettatori. Il continente americano deve rimanere sotto l'influenza degli Stati Uniti, e le altre potenze, come la Cina, dovrebbero essere tenute a distanza. Questa visione si allinea con la storia dell'isolazionismo americano, dove il paese ha preferito concentrarsi su questioni interne piuttosto che alle interferenze esterne.

In conclusione, ci troviamo di fronte a una possibile emergenza della "dottrina Donroe"? Sta Trump adottando una versione della Dottrina Monroe per affermare la sua influenza globale? Se è così, quali reazioni susciterà nelle potenze come Russia e Cina, che hanno le loro versioni di influenze imperiali? Mentre l'America rivisita il proprio ruolo nella geopolitica, l'equilibrio globale potrebbe subire cambiamenti significativi. La strategia di Trump potrebbe riflettere i sentimenti nazionalisti che si stanno diffondendo tra i leader mondiali, rendendo rilevante il dibattito sulla sostenibilità di un ordine mondiale unipolare al giorno d'oggi.