Caso Cognetti: Lazzari avverte: “Serve una rete di supporto per prevenire il malessere”
2024-12-25
Autore: Maria
Il caso dello scrittore Paolo Cognetti ha suscitato un ampio dibattito pubblico riguardo alla salute mentale e alla qualità dell’assistenza che si riceve negli ospedali psichiatrici. In un momento in cui si celebra il centenario della nascita di Franco Basaglia, questa testimonianza è ancor più significativa. Recentemente, è stato pubblicato il Rapporto annuale del Ministero della Salute che fornisce una panoramica dettagliata sui servizi dedicati alla salute mentale.
In Italia, l'infrastruttura per la salute mentale è piuttosto estesa, con ben 139 dipartimenti dedicati (DSM) a cui si collegano 1248 servizi territoriali, 1833 strutture residenziali e 689 semi residenziali, per un totale di 3770 unità operative. Tuttavia, questi servizi tendono a concentrarsi principalmente su patologie gravi, come schizofrenia, psicosi, disturbi bipolari e depressione. Sorprendentemente, quasi il 7% dei nuovi utenti è etichettato con “assenza di patologia psichiatrica”, un segnale preoccupante che indica che molte persone hanno difficoltà nell’accesso ai servizi.
Nonostante la chiara necessità di interventi psicologici e terapeutici, solo il 7,2% delle attività si concentra sulla psicoterapia, mentre la maggior parte delle cure è affidata ai farmaci. Inoltre, la carenza di psicologi è alarmante: in Italia ci sono solo 2897 psicologi-psicoterapeuti a fronte di oltre 41806 operatori nella salute mentale, che significa meno del 7% del totale.
Questa situazione fa sì che le terapie psicologiche siano un'accessibilità limitata, nonostante i protocolli di assistenza lo prevedano. È importante sottolineare che, secondo l’ultima intesa Stato-Regioni del dicembre 2022, un incremento di 13 mila operatori è previsto, ma solo 589 saranno psicologi, riducendo ulteriormente la loro già scarsa presenza nei servizi.
Le politiche nazionali in tema di salute mentale appaiono anacronistiche e non rispondono ai bisogni fondamentali della popolazione. È cruciale riconoscere, come indicato da diverse agenzie internazionali come OMS e UNICEF, che la salute mentale non si limita alla cura delle malattie, ma include anche il benessere psicologico. Per affrontare questa emergenza, è necessaria una rete di sostegno che prevenga il disagio prima che si trasformi in malattie più gravi. Stress, traumi e perdite sono fattori di rischio ben documentati che contribuiscono a diversi problemi di salute.
Accanto a medici e specialisti, è essenziale che gli psicologi assumano un ruolo centrale simile a quello dei medici di base. Creare una rete che unisca prevenzione e cura potrebbe non solo contribuire a migliorare la vita dei pazienti, ma anche a ridurre i costi sanitari complessivi, vista l’alta percentuale di budget sanitario dedicato alle malattie legate al disagio psicologico.