
Borse in caduta libera: il Ftse Mib perde oltre il 7% dopo le misure cinesi
2025-04-04
Autore: Alessandra
Milano, 4 aprile – Le Borse europee stanno vivendo una giornata nera, con una nuova ondata di vendite che ha portato i listini ai minimi nel corso della mattinata. L’annuncio da parte della Cina di imporre tariffe del 34% su tutte le importazioni dagli Stati Uniti ha alimentato i timori legati alla guerra commerciale, infliggendo un durissimo colpo ai mercati.
Il Ftse Mib di Milano registra una perdita scioccante del 7,24%, bruciando circa 50 miliardi di capitalizzazione di mercato. Questo risultato segna i minimi da tre mesi e cancella, praticamente, tutti i guadagni ottenuti nel 2025. La situazione non è migliore nel resto d’Europa, con Francoforte in calo del 4,42%, Parigi del 3,78%, Londra del 3,7%, Amsterdam del 2,74% e Madrid del 5,54%.
I settori più colpiti a Milano sono stati soprattutto le banche e i titoli finanziari, con Unipol che perde il 13,63%, Mps l'11,86%, Bper l'11,4%, UniCredit il 10,99%, Banco Bpm il 11,02% e la Popolare di Sondrio il 10,61%. Ci sono cali a doppia cifra anche per altre aziende, come Iveco (-11,45%) e Leonardo (-10,24%). L’unica eccezione, che si mantiene sopra la parità, è Diasorin (+1,92%), nel settore farmaceutico, che sembra avvantaggiato poiché non è stato colpito dai nuovi dazi.
In un contesto di forte incertezza economica, l’euro si attesta a 1,1035 dollari, dopo aver chiuso a 1,1060 il giorno precedente, mentre il valore nei confronti dello yen giapponese scende a 160,15 yen. Il dollaro, invece, continua a perdere valore rispetto alla valuta giapponese, raggiungendo i 145,17 yen, il massimo degli ultimi sei mesi.
Anche i prezzi delle materie prime seguono il trend negativo, con il petrolio in caduta. Il future sul Wti perde il 5,06% portandosi a 63,56 dollari al barile, mentre il Brent scende del 4,55% a 66,95 dollari. Il gas naturale ad Amsterdam ha visto un crollo del 6,7%, attestandosi a 36,6 euro al megawattora. L’oro, che spesso viene visto come rifugio, segna una lieve flessione dello 0,1%, restando a 3.111 dollari l’oncia. Il Bitcoin, invece, si mantiene sostanzialmente stabile a 82.781 dollari con un incremento dell’0,05%.
In questo scenario turbolento, gli investitori sono cauti e osservano attentamente gli sviluppi futuri della situazione economica e geopolitica.