Batteri sempre più resistenti: ci aspetta un mondo senza antibiotici?
2024-11-15
Autore: Matteo
Il fenomeno della resistenza dei batteri agli antibiotici (Amr = Antimicrobial Resistance) è un problema vecchio quasi quanto gli antibiotici stessi. Questo accade perché i batteri sviluppano diversi meccanismi per 'imparare a resistere' all'azione dei farmaci che un tempo erano in grado di eliminarli. Negli ultimi anni, la questione è diventata sempre più urgente e ha raggiunto dimensioni drammatiche. Secondo previsioni allarmanti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Amr potrebbe causare fino a 39 milioni di decessi nei prossimi 25 anni a livello globale, e l'Italia è tra i Paesi che pagano il prezzo più alto in Europa, con un numero di decessi stimato tra gli 8.000 e gli 11.000 l'anno.
Le cause di questa resistenza sono principalmente dovute all'abuso e all'uso inappropriato degli antibiotici, sia nel settore umano che nella zootecnia. È quindi cruciale che questi farmaci vengano prescritti e utilizzati in modo mirato. Purtroppo, l'introduzione di nuovi antibiotici è diventata sempre più rara, spesso perché gli antibiotici, come i vaccini, sono 'nemici di se stessi'. Mentre i vaccini hanno eliminato molte malattie, gli antibiotici vengono utilizzati in modo tale da favorire la creazione di ceppi resistenti.
L'Amr è in grado di generare una vera e propria crisi sanitaria, poiché i batteri cercano di sopravvivere in tutti i modi. Nonostante gli sforzi della medicina e della scienza, trovare nuove molecole completamente innovative è sempre più difficile. Infatti, l'Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che nel 2050 l'Amr diventerà la principale causa di morte, superando le malattie cardiovascolari e oncologiche. La situazione è acuita dal fatto che circa il 30% delle persone ricoverate in ospedale presenta infezioni causate da batteri multiresistenti.
Inoltre, la questione economica è preoccupante: le spese associate alle infezioni resistenti negli Stati Uniti superano i 4,6 miliardi di dollari all'anno. L'Unione Europea sta affrontando costi supplementari significativi in termini di assistenza sanitaria, stimati in 1,5 miliardi di euro all'anno. In Italia, il costo della resistenza agli antibiotici si traduce in una perdita di produttività annuale compresa tra 271 milioni e 1,4 miliardi di euro.
Un aspetto fondamentale è che la produzione di nuovi antibiotici non è più conveniente per le aziende farmaceutiche, il che spiega la scarsità di innovazioni nel settore. Per affrontare il problema dell'Amr è necessario un approccio 'One Health', che unisce salute umana, animale e ambientale. Non possiamo aspettarci che la soluzione arrivi solo da nuovi farmaci o politiche governative, ma è richiesta una cooperazione globale e un impegno collettivo nella responsabilizzazione e nell'educazione. Le campagne di vaccinazione si rivelano vitali per ridurre la diffusione delle infezioni, e le buone pratiche igieniche, come il lavaggio delle mani, possono fare una grande differenza.
La sfida dell'Amr richiede un impegno coordinato a tutti i livelli della società. Non possiamo sottovalutare l'importanza di ognuno di noi nel combattere questa 'pandemia silenziosa'. Se continuiamo a ignorare i segnali d'allerta, i batteri saranno sempre un passo avanti e l'umanità si troverà a fronteggiare un futuro in cui le infezioni più comuni potrebbero diventare incurabili.