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Aumenti dei prezzi alimentari: Altroconsumo avverte sulle conseguenze della guerra commerciale tra USA e UE

2025-04-04

Autore: Giovanni

Quali prodotti subiranno l'impatto?

L'industria alimentare italiana è fortemente influenzata dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, che hanno raggiunto un valore di circa 70 miliardi di euro nel solo 2024. "Analizzando i dati sulle esportazioni, notiamo che i macchinari occupano la prima posizione con circa 13 miliardi di euro, seguiti da articoli farmaceutici (10 miliardi), mezzi di trasporto (quasi 8 miliardi) e prodotti alimentari e bevande (oltre 7,7 miliardi)", spiega un rappresentante di Altroconsumo. Tra i prodotti alimentari più richiesti negli Stati Uniti troviamo: olio extravergine di oliva (666 milioni di euro), pasta (585 milioni di euro), salse e preparazioni (441 milioni di euro), Prosecco Dop (428 milioni di euro) e formaggi (406 milioni di euro).

Per queste aziende, eventuali conseguenze negative potrebbero essere gravi, poiché il mercato statunitense rappresenta mediamente il 15% delle esportazioni italiane nel settore agro-alimentare. Alcuni segmenti sono ancora più influenzati: le acque minerali rappresentano il 41% delle esportazioni, l'olio d'oliva il 32%, gli aceti il 30%, i liquori il 26% e i vini il 25%. Pertanto, la necessità di esplorare nuovi mercati diventa cruciale, perché una diminuzione del fatturato potrebbe tradursi in problemi per i lavoratori, con possibili ripercussioni su salari e PIL e una diminuzione del potere d'acquisto dei consumatori.

Aumenti dei prezzi in vista?

Secondo Altroconsumo, la situazione potrebbe complicarsi se l'Unione Europea decidesse di alzare i dazi. "In tal caso, i consumatori vedrebbero immediatamente l'impatto sui prodotti in Italia, specialmente quelli provenienti dagli Stati Uniti o fabbricati con materie prime americane, come il grano, un ingrediente fondamentale per la nostra industria alimentare. Fino a fine 2024, l'importazione di grano dagli Stati Uniti è aumentata per compensare i raccolti insufficienti in Europa. Ma non solo: importiamo caffè, soia e olio di palma, e un aumento dei dazi su questi prodotti causerebbe un incremento dei prezzi per pasta, pane, dolci e altro.

Inoltre, la ricerca di nuovi mercati di approvvigionamento potrebbe rivelarsi difficile se i singoli Paesi non collaborano coordinati a livello europeo. La competizione per le risorse potrebbe portare a un incremento dei costi e un aumento dell'inflazione. Con una crescita dell'inflazione, la capacità di acquisto delle famiglie, soprattutto quelle con redditi più bassi, risulterà maggiormente compromessa. Infine, un incremento dei tassi di interesse potrebbe frenare la crescita economica e aumentare il rischio di una recessione.

In questo scenario, è essenziale per l'Europa trovare risposte coese e strategiche per mitigare le conseguenze negative della guerra commerciale in atto.