Salute

Alzheimer: Scopri i fattori genetici e di rischio coinvolti nella malattia!

2024-11-11

Autore: Maria

L'Alzheimer rappresenta una delle principali sfide sanitarie dell'età avanzata, colpendo principalmente gli individui oltre i 65 anni e il 15% della popolazione che supera gli 80 anni. Ma chi è particolarmente predisposto a sviluppare questa malattia devastante?

Ruolo dei geni nella malattia di Alzheimer

Le forme familiari di Alzheimer, che rappresentano meno dell'1% dei casi, sono legate a mutazioni in geni specifici. Fino ad oggi, i principali geni identificati includono APP, PSEN1 e PSEN2. Anche se oltre il 99% dei casi non è ereditario, la predisposizione genetica è essenziale nella comprensione della malattia. Infatti, il rischio di sviluppare l'Alzheimer aumenta di 1,5 volte se un parente di primo grado ne è affetto, fino al raddoppio se sono più di due i familiari coinvolti.

Geni associati a un alto rischio

Diversi geni sono stati collegati a un alto rischio di sviluppare Alzheimer, tra cui APOE4, SORL1, TREM2 e ABCA7. Recenti ricerche, come quella condotta da un team svizzero-tedesco nel 2022, suggeriscono che la proteina APOE4 altera il trasporto lipidico nel cervello, rendendo meno efficiente l'eliminazione di lipidi tossici, fattori cruciali per la salute neuronale. Altro studio condotto nel 2024 ha evidenziato il ruolo di APOE4 nell'accumulo di lipidi nelle microglia, aumentando la tossicità neuronale. È interessante notare che i ricercatori stimano che ci siano ancora molti geni da scoprire, ma quelli già noti non causano direttamente la malattia, bensì ne aumentano il rischio.

Fattori di rischio modificabili

Nonostante la genetica giochi un ruolo fondamentale, ci sono fattori di rischio che possono essere modificati e che sono oggetto di intensa ricerca. La salute cardiovascolare è una delle aree critiche; la gestione dell'ipertensione, della dislipidemia, del diabete e dello stress cronico è essenziale per ridurre il rischio di Alzheimer. Studi hanno evidenziato un legame tra la qualità del sonno e l'insorgenza della malattia. La scarsità di sonno, specialmente sotto le sei ore per notte in età adulta, aumenta il rischio, rendendo necessaria un'adeguata igiene del sonno. Anche la dieta è un fattore determinante; le evidenze suggeriscono che una dieta mediterranea ricca di omega-3 possa proteggere dalla malattia. Ricerche effettuate dalla dottoressa Cécilia Samieri hanno dimostrato che l'integrazione di EPA, un tipo di omega-3, possa ridurre l'atrofia del cervello negli anziani. L'isolamento sociale e la solitudine rappresentano ulteriori fattori di rischio, con la correzione di deficit visivi e uditivi che può aiutare a mitigare gli effetti dell'isolamento.

Fattori protettivi

Alcuni elementi possono invece aiutare a ritardare o prevenire la malattia. La ricerca ha dimostrato che l'esercizio fisico regolare, una dieta mediterranea e un consumo moderato di caffeina, uniti ad attività intellettuale e relazioni sociali attive, possono ridurre significativamente il rischio di Alzheimer. In particolare, uno studio dal 2023 ha sottolineato l'importanza di evitare uno stile di vita sedentario per prevenire la demenza.

La ricerca continua attivamente

Con numerosi studi in corso, stiamo iniziando a comprendere meglio questa malattia complessa. Un'analisi dell'Università di Bordeaux nel 2022 ha identificato dieci patologie comuni che potrebbero precedere l'Alzheimer, tra cui depressione e perdita dell'udito, mentre ricerche sul ruolo dell'inquinamento atmosferico suggeriscono un suo potenziale impatto sul rischio di sviluppare la malattia. La speranza è che le prossime scoperte possano guidare efficacemente le politiche sanitarie nella lotta contro l'Alzheimer. Restate sintonizzati, perché la scienza sta cercando di svelare sempre di più su questa malattia!