Al Centro Parkinson di Gallarate debutta una rivoluzionaria terapia per la fase avanzata della malattia
2024-12-23
Autore: Maria
Il Centro Parkinson dell'ospedale Sant'Antonio Abate di Gallarate, recentemente aggiornato per offrire trattamenti innovativi, ha introdotto una nuova terapia per la fase avanzata della Malattia di Parkinson: l'infusione sottocutanea di levodopa. Questa innovativa metodica, che ha destato grande interesse nel mondo medico, è stata annunciata ufficialmente dall'ASST Sette Laghi.
Il 3 dicembre, è stato posizionato il primo dispositivo per l'infusione sottocutanea di levodopa, il gold standard nella terapia di questa malattia neurodegenerativa. La levodopa è un farmaco fondamentale per il controllo dei sintomi motori, ed è particolarmente cruciale per i pazienti nelle fasi più avanzate, ove il controllo della malattia diventa sempre più complesso.
In queste fasi avanzate, molti pazienti iniziano a sperimentare fluttuazioni motorie, caratterizzate da blocchi e discinesie, movimenti involontari eccessivi che compromettono notevolmente la mobilità e aumentano il rischio di cadute. Il dr. Luca Tricoli, referente del Centro Parkinson, afferma: "Quando le fluttuazioni motorie si manifestano e la terapia orale non è più sufficiente, è essenziale esplorare nuove opzioni terapeutiche. L'infusione sottocutanea di levodopa offre un metodo sicuro e efficace, che è minimamente invasivo e di semplice attuazione. Questo approccio è ideale per pazienti in fase avanzata che mantengono ancora una buona risposta alla levodopa, ma non rispondono adeguatamente alla terapia orale."
La somministrazione del farmaco viene effettuata tramite un micro-ago inserito nello strato adiposo, fissato con un cerotto, garantendo quindi una minima invasività per i pazienti. Questo intervento non richiede procedure chirurgiche invasive, come il posizionamento di una Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG), rendendo la terapia più accessibile e confortevole.
"La complessità della somministrazione giornaliera di farmaci orali, unita a uno svuotamento gastrico irregolare, è responsabile delle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue" prosegue il dr. Tricoli. "Con la somministrazione continua, possiamo garantire una stimolazione dopaminergica più stabile e fisiologica, portando a una significativa diminuzione delle fluttuazioni e migliorando la qualità della vita non solo dei pazienti, ma anche dei loro familiari. Molti pazienti passano dall'assumere da 10 a 12 compresse al giorno a zero operando solo con il dispositivo portatile collegato."
Il dr. Isidoro La Spina, Direttore della Struttura Complessa di Neurologia, sottolinea l'importanza di questo nuovo trattamento. "La disponibilità di questa tecnica nel nostro centro è cruciale. Permette di ridurre il disagio per i pazienti, che spesso affrontano condizioni complesse e devono evitare lunghi percorsi. Oltre a questo, fornisce un punto di riferimento stabile e vicino per la gestione della terapia quotidiana."
Grazie a questa innovativa terapia, ci si aspetta che nel 2025 vi saranno ulteriori posizionamenti per nuovi pazienti affetti da malattia di Parkinson in fase avanzata. Un passo significativo verso un futuro in cui i pazienti potranno vivere una vita più dignitosa e attiva.