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Acerbi a cuore aperto: la verità su Spalletti, la lotta contro l'alcol e il ricordo del padre

2025-09-22

Autore: Giovanni

Un uomo e il suo soprannome

Francesco Acerbi, noto per il suo soprannome 'Leone', ha rivelato l'origine di questo appellativo, attribuito da un amico di Pavia. "In un certo senso mi rispecchia: un animale solitario che sa cosa vuole", ha spiegato. Oltre a questo, ha condiviso un profondo ricordo del padre, che ha avuto un ruolo cruciale nella sua vita. "Non ha mai capito il calcio, ma desiderava ardentemente che io diventassi un calciatore. Era molto protettivo e questo talvolta mi ha fatto perdere la voglia di giocare. La sua assenza, avvenuta quando avevo solo 24 anni, è una ferita che ancora sento".

La battaglia con l'alcol e la salute

Acerbi ha rivelato la sua lotta con la dipendenza dall'alcol nei primi anni di carriera. "Non ero un alcolizzato, ma mi divertivo troppo, mettendo il calcio in secondo piano. Ho dovuto fermarmi due volte per tornare a giocare, ma sentivo di non dare il massimo. Durante la mia prima malattia, sebbene non ci fossero sintomi, avevo valori anormali nel sangue. Ho subito un intervento, ma poi è arrivata la recidiva, e ho dovuto affrontare la chemio. Ma quello che mi ha colpito di più è stato come ho smesso con l'alcol. Dopo la fine del campionato, ho semplicemente deciso di non toccarlo più, e nel giro di tre settimane non l'ho più assaggiato."

La preghiera, il suo rifugio

Acerbi ha parlato anche dell'importanza della preghiera prima di ogni partita. "Alzo le mani al cielo e prego per le persone che amo: mia moglie, i miei figli e mio padre. Se non lo faccio, mi sento incompleto. Il calcio è una parte centrale della mia vita, ma devo bilanciarlo con la mia famiglia. A volte mi sento solo e giù di morale, ma so sempre quali scelte fare. Il calcio richiede tanto, e talvolta è necessario ricordarsi che la famiglia ha la sua importanza."

Un pensiero sulla Nazionale e Spalletti

Infine, giungendo alla questione della Nazionale, ha affermato: "Non ho mai rifiutato la chiamata per la Nazionale; l'unica convocazione che ho declinato è stata contro la Norvegia. Spalletti non mi ha convocato per un anno, non è un problema. Se Gattuso non mi vuole, non è un problema neanche questo. Ho già deciso di non andare per quella partita per motivi legati sia a lui che ad altre questioni. Alcuni possono dire che sono 'troppo vecchio' per il calcio, ma se avessi ascoltato tali commenti non avrei nemmeno iniziato la mia carriera."

Le parole di Acerbi offrono uno sguardo profondo e onesto sulla sua vita, le sue lotte e la sua carriera, dimostrando che la vera forza risiede nella vulnerabilità e nella capacità di rialzarsi, affrontando ogni difficoltà con determinazione.